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lunedì 2 novembre 2009

displasia dell'anca del cane :trattamento chirurgico

Il principio fondamentale per i trattamenti chirurgici profilattici della displasia dell’anca di tipo acetabolare è rappresentato dalla neutralizzazione delle forze tendenti a far lussare l’anca durante il carico modificando l’inclinazione del bordo acetabolare dorsale. Questo effetto biomeccanico viene ottenuto dalla triplice osteotomia pelvica (TPO) e dalla JPS .

La TPO consiste in osteotomie del bacino in grado di isolare il segmento acetabolare e di consentirne la rotazione assiale in modo da ridurre l’inclinazione del bordo acetabolare dorsale ed aumentare quindi la copertura della testa del femore da parte del tetto acetabolare.





Numerosi studi dimostrano come questo tipo di intervento possa migliorare la condizione clinica e radiografica del paziente trattato rispetto a quella del paziente gestito non chirurgicamente. Dopo TPO i cani presentano un aumento della stabilità biomeccanica dell’articolazione coxofemorale e sviluppano
meno artrosi rispetto ai cani trattati in maniera conservativa. La JPS è una tecnica recente, in grado di migliorare la congruenza articolare attraverso una ventroflessione degli
acetaboli, determinando quindi una maggior copertura acetabolare delle teste femorali.
.

La riduzione dell’inclinazione del tetto acetabolare viene ottenuta attraverso un’ inibizione della crescita dei rami del pube che, associata
alla normale crescita dei rami dell’ileo e quindi della parte dorsale degli acetaboli, determina una rotazione ventro-laterale di entrambi gli acetaboli.

Pertanto, similmente alla TPO, la JPS produce una ventrorotazione acetabolare che determina
una diminuzione delle forze di sublussazione all’interno dell’articolazione e quindi mira a ristabilire
la congruenza articolare oltre che a diminuire o arrestare l’evoluzione artrosica.
Nei soggetti in accrescimento che manifestano già degenerazione articolare e osteoartrosi invalidante l’unica opzione terapeutica in grado di ripristinare un’ottima funzionalità rimane la protesi totale d’anca.
Esistono inoltre interventi chirurgici palliativi, mirati a diminuire e togliere il dolore nelle articolazioni coxofemerali in cui l’instaurarsi di un processo degenerativo ha determinano manifestazioni algiche. Questi interventi sono: dartoplastica, miectomia del pettineo, osteotomia
della testa femorale
La dartroplastica (tettoplastica)è una tecnica che si basa sull’innesto di tessuto osseo a livello di capsula
articolare in prossimità del margine acetabolare dorsale. Lo scopo è quello di creare un robusto
ponte di tessuto osseo in grado di stabilizzare dorsalmente la testa femorale sublussata e impedire
che le continue sollecitazioni meccaniche sulla capsula articolare determinino dolore e progressiva
erosione del margine acetabolare dorsale.


Questa tecnica, applicabile entro i 12-13 mesi di età
(meglio 8-10), è indicata nei soggetti che presentano un lieve riempimento acetabolare e lieve
artrosi e quindi non più trattabili con TPO.

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